Anna Mei: la donna dei record

Anna Mei: la donna dei record

“Con la distanza di 1000km percorsi in 35h 11min 06s si assegna un nuovo Guinness World Record!”. Immagino siano più o meno queste le parole che si è sentita dire Anna Mei dopo la sua impresa di ciclismo su pista.
Non sembra neanche lontanamente concepibile: trascorrere un giorno e mezzo, senza sosta, su un circuito ovale, pedalando su una bici a scatto fisso, tra una riga rossa e una nera, con la mente che quasi si dissocia dal corpo e le ore che sembrano non passare mai.

record Capital to Capital conseguito a Novembre 2019.
La tratta completa era San Marino – Roma – San Marino


Anna cinque anni fa, lo ha reso possibile. Se pensate però che la Mei abbia fatto un percorso tradizionale (ciclista fin da bambina, poi atleta professionista ed infine recordwoman) vi sbagliate.

Con lo sport è sempre stato amore a prima vista

Questa specialista dell’endurance arriva sì dallo sport, ma dalla ginnastica artistica. Ha sempre amato questo settore ed infatti ha scelto una formazione ad esso connessa, diventando poi istruttrice nelle palestre e insegnante nelle scuole.


Quando arrivò in Italia lo spinning, Anna fu una dei pionieri della disciplina e fu proprio questo che la avvicinò particolarmente al mondo delle due ruote, tuttavia, dice lei stessa: “Ho iniziato con un po’ di mountain bike, ma non volevo cominciare a praticare ciclismo perché sapevo che altrimenti mi ci sarei dedicata ossessivamente. Penso di avere perso una decina d’anni per questo mio timore”.

Perché una 24H

Naturalmente, un giorno cedette alla tentazione ed iniziò a fare qualche granfondo di mountainbike. Non ne era particolarmente entusiasta, ma quando le capitò per la prima volta di fare una 24h, capì che era quello il cammino che doveva intraprendere. Nel 2007 andò da quello che sarebbe diventato il suo preparatore e gli disse: “Vorrei fare le 24h, perché secondo me mi vengono bene!”. Lui rimase spiazzato dall’affermazione di Anna, ma la allenò e, quello stesso anno, lei vinse niente meno che il campionato italiano di specialità. Si instaurò così un rapporto di fiducia e ne conseguirono molti altri successi di questo genere, sia in ambito nazionale che internazionale. Su questa scia la Mei prese anche la decisione di lasciare il suo lavoro nelle palestre per portare avanti solamente quello di insegnante scolastica. Non è facile coniugare lavoro e sport, soprattutto ad alti livelli, ma questo ci dà una visione chiara di quella che è la forza di volontà di questa super atleta.


Come ci dice lei stessa: “Per fare certe imprese ci vuole tanta forza mentale. Credo che si nasca già con questo dono, ma anche una predisposizione naturale va allenata ed è per questo che mi sono fatta aiutare da Moreno Ruspi, il mio mental coach, per preparare i miei record”. Intorno al 2010 ad una 24h a Cesenatico Anna incontrò per la prima volta i bambini “farfalla”. Questa sindrome provoca la formazione di dolorosissime vesciche su tutto il corpo, come se le persone che ne sono affette fossero delle eterne ustionate. Per di più, queste bolle spesso si formano anche negli organi interni, causando a volte inguaribili cancri. È una malattia rara, per la quale ancora non è stata trovata una cura.

Il sostegno ai bambini farfalla

Da allora, però, la Mei ha avuto una ragione per lottare: tutti i suoi record hanno iniziato ad avere uno scopo benefico ed ogni centesimo viene devoluto alla fondazione Debra Südtirol per la ricerca scientifica ed il supporto alle famiglie. Sono stati spesso i bambini a motivarla, come durante gli ultimi 100km del suo record di maggior permanenza su pista: “Alcuni dei miei alunni sono venuti a vedermi. Gli ultimi 100km sono stati i più difficili per me. Mi sono fermata cinque/ sei volte (veramente tante per i miei standard) ma è stato anche grazie a loro che ce l’ho fatta. Il loro sostegno mi ha dato le energie che non avevo più”. Certo, trascorrere 35 ore consecutive su una pista non è facile: “Affrontare questo tipo di gare è come giocare una partita a Monopoli: ci sono due carte, imprevisti e probabilità, ed è impossibile non pescarle. Bisogna mettere in conto fin da subito che qualcosa inevitabilmente accadrà e serve quindi un buon assetto mentale per essere pronti ad affrontarlo”. Aggiunge poi: “Ho un tatuaggio sul braccio: è un ovale e all’interno c’è un astronauta con la scritta 1000. Perché io durante quei mille chilometri mi sono immaginata un viaggio nello spazio”.

Anna Mei è detentrice di numerosi record, il suo palmarés è invidiabile, ma ancora non è finita: ha già in programma di riprendersi il record delle 24h su pista outdoor, e sta considerando di partecipare agli Europei di 24h che si terranno a Montello e, perché no, anche ai mondiali in America, se non ci saranno restrizioni legate al nuovo COVID-19.
Per concludere poi, non dimentichiamo che, considerato il suo carattere deciso e intraprendente, non è da dare per scontato che non decida di cimentarsi in nuovi sport e nuovi record.

Gaia Saporiti

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