Commuters si nasce… a Copenhagen

Commuters si nasce… a Copenhagen

Questa volta parliamo di “turismo” ma non nella solita maniera infatti, Annalisa ci racconta la sua esperienza a Copenaghen in bici….

 

Sì perché visitare la capitale della Danimarca a due ruote è proprio da #womanlovesports e capirete il perché…

 

Premetto che lo scopo del nostro viaggio a Copenaghen lo scorso agosto era l’Ironman KMD pertanto, non è stato possibile visitare la città come si deve ma una cosa è certa, vogliamo ritornarci ed esclusivamente da turisti senza impegni agonistici per gustarcela fino in fondo. Detto ciò, se avete intenzione di visitare questa bellissima capitale europea, abbandonate il pregiudizio sulla freddezza degli animi nordici : Copenaghen è tutt’altro che fredda e chiusa! Il freddo è solo climatico.

 

Multiculturalità
Per dare un’idea dell’accoglienza e della tolleranza, nonché apertura di vedute dei suoi abitanti, la settimana che siamo approdati in città, era in corso il Copenaghen Pride il cui centro per eventi e concerti era niente meno che la piazza del municipio, la Rådhusplads di stile neorinascimentale.
Parliamo anche di una città che ospita un quartiere, Christiania, di natura semi-legale, dove vive una comunità di Hippy che praticano diverse attività commerciali e culturali per autofinanziarsi ed in cui il commercio dell’hashish è legalizzato solo ed esclusivamente all’interno delle sue mura.

 

Che sia o meno un modo furbo per contenere i rischi della criminalità provocata dall’eventuale spaccio di droghe leggere, questo non lo sappiamo, ma è sicuramente un altro chiaro segno di capacità di convivenza di un popolo abituato ad accogliere persone, usi e costumi anche grazie alla sua straordinaria tradizione marittima.

Non è da trascurare infatti che la Danimarca ha una storia navale non indifferente e la sua ricchezza non solo economica ma anche culturale è proprio data dalle sue attività marittime. Tenevo a fare queste premesse prima di arrivare a descrivere la cosa più divertente che due turisti atleti ed amanti della bici potessero provare a Copenaghen: visitare la città in bici.

 

In bici a Copenaghen

Detto così potrebbe sembrare una cosa normalissima e dai ritmi tranquilli, fino a che non si prova ad affrontare le piste ciclabili di una città in cui il Commuting è una pratica radicata da decenni. Immaginatevi infatti, una città dallo stile neo rinascimentale con edifici possenti e caratteristici, dagli innumerevoli vicoletti e piazze, totalmente attraversata da piste ciclabili che sono addirittura riportate sulla cartina con propri semafori e spesso sensi di marcia dedicati.

Questa fitta rete ciclabile è costantemente tappezzata di ogni genere di ciclista : dai manager vestiti di tutto punto che sfrecciano in ufficio, agli studenti, alle mamme o i papà che accompagnano i bimbi a scuola, commercianti, operai… etc etc… e guai a chi non rispetta le regole di circolazione!

Annalisa in bici sulle strade di Copenhagen

Perché il vero pericolo per il pedone a Copenaghen non sono gli automobilisti stressati, bensì i ciclisti ! Esistono i marciapiedi e le ciclabili, che non vi capiti di confondervi…rischiereste la vita! Inoltre il commuter possiede un preciso codice della strada che tutti devono rispettare pena il linciaggio.

 

 

Bici con contropedale e regole di circolazione
Sicuramente dopo questa bella premessa, non potevamo astenerci dal tentare di affrontare anche noi queste famose piste ciclabili e con delle bici adatte all’occorrenza, ovvero dotate di contropedale.
Ma cosa poteva essere per due Ironman come noi !!…Le ultime parole famose.

Dopo aver capito come funzionava il freno è stato indispensabile studiare ed imparare immediatamente le regole e i segnali da utilizzare per non rischiare di passare dal tipico “neopatentato” di turno : stai sulla destra, la corsia di sinistra usala solo per superare, indica tutte le direzioni ed alza la mano quando devi fermarti …e fino a qui per chi pedala abitualmente su strada, nulla di nuovo. Se giri a sinistra, accosta a destra, aspetta il tuo turno e svolta a sinistra, non azzardarti mai a tagliare la strada, potresti ritrovarti rovinosamente a terra schiacciato da centinaia di bici che sfrecciano a tutta velocità.

 

 

La velocità non è da sottovalutare, gli abitanti di Copenaghen sono allenatissimi!

 

 

Probabilmente il loro allenamento quotidiano gli permette di sviluppare delle performance sulla velocità che sono assolutamente invidiabili. Che stiano pedalando bici in carbonio super leggere o vecchi cancelli più pesanti di una moto, la velocità è la medesima, senza limiti, spietatissimi. E’ veramente impressionante vederli al semaforo, sembra la partenza di una granfondo in Italia, la gara è a chi prende la precedenza.

 

Annalisa e Yuri durante una pausa nella pedalata

 

Insomma, commuters non si nasce, ci si diventa con tanto e costante allenamento.

Tuttavia è un’esperienza che non si può evitare e sicuramente la più economica e caratteristica per visitare la città. Tutti gli alberghi hanno a disposizione una flotta di bici sia uomo che donna, dotate di chiusura e chiave, a un prezzo assolutamente accessibile. Noi abbiamo optato per tenerle una giornata intera con consegna la mattina del giorno seguente al costo di circa 15€. Certo, non è lo standard italiano ma ricordiamoci che siamo a Copenaghen, una città decisamente cara per le tasche degli europei.

Che emozione poter raggiungere la famosa statua della sirenetta in bici, o parcheggiarla agevolmente per entrare in uno dei locali lungo i canali, seguire il cambio della guardia a palazzo reale spostandosi in ogni angolo della piazza rimanendo in sella o raggiungere un museo dall’altra parte della città senza chiamare un taxi. Una volta imparati tutti i segreti di sopravvivenza lungo le piste ciclabili della città, impossibile non divertirsi nel lanciarsi in qualche garetta con gli autoctoni per arrivare primi al semaforo.

Che ci crediate o no, dopo una giornata sulle piste ciclabili di Copenaghen avevamo le gambe stanche quanto un allenamento in bici pregara, forse più stanchi per le risate che per lo sforzo effettivo.

 

 

Viva il turismo sostenibile e speriamo che sempre più città italiane vengano ispirate dai paesi nordici e divengano sempre più cyclists friendly.

 

 

 

Annalisa

MartaWLS

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